Quando Melissa rientrò a tarda ora, Michele era ancora in cucina, davanti ad alcune bottiglie vuote di birra. - Bentornata... - balbettò, chinando di lato la testa.
- Ti avevo avvertito che avrei fatto tardi, - gli rispose, sgranando i suoi grandi occhi color cioccolata - avresti dovuto andartene a letto invece di dar fondo alle riserve di birra della cantina.
- Non ti preoccupare, - abbozzò un sorriso - non ti ho aspettata per farti chissà quali menate... e non c'è neppure bisogno che ti inventi una qualsiasi scusa. So dove sei stata.
- Mi hai fatta seguire? - lo incalzò, cambiando immediatamente espressione.
Turquoise, paradiso e inferno senza via di uscita.
Genere:
erotico
La segretaria la seguiva con gli occhi sbarrati. Era bastata la premessa a sconvolgerla, ed ora non sapeva che espressione assumere per evitare di contrariare la signora Krokner. - Non capisco perché ha voluto che l'accompagnassi, - farfugliò, controllando dal finestrino scuro dell'auto dove fossero arrivate - ed ora mi sto preoccupando che non le stia accadendo qualcosa di grave. - Non mi è successo niente di particolarmente sconcertante, - rispose con calma Rachele, sistemandosi la scollatura della camicia - ma è arrivato il momento di prendermi un periodo di vacanza dal lavoro e dalla vita.
OmOsapiens, una storia di ordinaria follia.
Genere:
erotico
Il suono dell'arpa aleggiava tra le pareti vellutate del Boudoir e vibrava sulla pelle, graffiando l'anima come le unghie acuminate di una gatta che raspa nervosamente il vetro della finestra chiusa. Rebecca sentì una vampata di calore salirle su, nella gola, per poi ridiscendere nel ventre dov'era scaturita. Dietro un paravento, due ragazze avvinghiate con trasporto si baciavano con un sottile gioco di lingua, mantenendo le labbra a distanza per non mischiare le tonalità vermiglie dei rispettivi rossetti. Si accorsero del suo sguardo curioso e la insultarono senza riguardo.
Madame, i segreti di una signora per bene.
Genere:
erotico
L'insegna al neon brillava nella notte come se il nulla fosse squarciato dalla sua luce tremula. Mai sera d'inverno le era sembrata così tetra, così impenetrabile, soffocata da una nebbia densa che si confondeva coi muri grigi dei palazzi, fondendosi in un unico immenso calderone in cui ribollivano lentamente le emozioni.
- Sicura di non aver sbagliato indirizzo? - le domandò il conducente del taxi, tacitando la voce metallica del navigatore satellitare - Non mi sembra un posto adatto ad una bella signora.
- Si fermi davanti a quel bar, - sospirò l'elegante passeggera, incrociando i suoi occhi nello specchietto - e mi lasci il suo numero diretto nel caso dovessi ritornare in hotel in tempi brevi.