Abel Wakaam
Inquisitio II
1° Inquisitio, quando il dolore si fa piacere.
Attenzione! Questo romanzo è la continuazione di Inquisitio

Il viaggio in Scozia mi aveva lasciato nel sangue una strana malattia. Per quanto provassi a rientrare nella normalità, niente sembrava più come prima. Vivevo al rallentatore, immerso in uno strano torpore che riportava la mente all'Inquisizione, come se quelle immagini così forti, cruenti, eccitanti... avessero bisogno di tempo per essere decodificate. Mi svegliavo in piena notte nel buio dell'arena, ero disteso accanto a Shila e restavo immobile a guardarla mentre Markus si muoveva sopra di lei, agitando i fianchi con energia. Le forme sensuali erano schiacciate al suolo dal corpo opulento del carnefice che premeva con le grosse natiche sopra il seno, ondeggiando in avanti col bacino. Lo scroto peloso le strusciava sul collo sudato, batteva contro al mento al ritmo dei tamburi e le labbra... le labbra... si serravano attorno al glande schiumoso con bramosia inaudita. Un'occhiata ai clerici che si muovevano a capo chino tra le gambe della strega, parevano cani affamati in attesa che il loro padrone si ingozzasse delle carni della preda sino a morirne soffocato, per poi affondare i denti nelle ferite.

Non c'era modo di liberarmi di quell'incubo, ben presto mi rinchiusi in un mondo fatto di ombre e pensieri truci, trascurando le amicizie, le donne, il sesso e quant'altro non fosse strettamente legato alle pratiche sadomaso. Cominciai a frequentare i club più osceni, rincorrendo emozioni che sembravano inaccessibili, finché in un locale di Firenze fui avvicinato da un uomo dall'aria misteriosa che mi chiamò in disparte. - Noi ci conosciamo, - esordì - abbiamo bevuto del buon whisky in una notte di Tregenda.

- Non sono un grande bevitore, - risposi, mantenendomi sulla difensiva - cosa ti fa credere che sia proprio io la persona a cui ti riferisci?

- Mi chiamo Archibald Beker, sono un medico chirurgo - uscì subito allo scoperto - non dovrebbe esserti difficile accostare il mio nome ad un fatto che ti ha segnato la vita.

- Archiboldo... - gli sussurrai all'orecchio, abbracciandolo come un vecchio amico - come sei arrivato sino a me?

- Ho visitato una strega dopo una notte di eccessi e non ho potuto fare a meno di riconoscere la signora McKey. Tu eri suo ospite alla Torre e James era sugli spalti del Castello... pur non volendo indagare, la verità mi si è gettata tra le braccia!

- Come sta Shila?

- Ha qualche acciacco fisico, ma niente di importante - si fece serio - quel che mi preoccupa è il danno psicologico. Mi chiedo come potrà mai tornare alla normalità della vita dopo una simile esperienza. 

- E' quel che sto passando anch'io, - confessai - è come se fossi precipitato dentro un baratro e non avessi più la forza di guardare in alto.

- E' un male che ci accomuna, - ammise - ed è più diffuso di quanto tu possa immaginare.

- Anche qui... da noi?

- Un'insana abitudine che ha contagiato tutte le fasce sociali, sembra che ci sia una rincorsa al dolore come fonte cristallina di piacere. La gente ormai ha provato tutto, è abituata al benessere ed agli eccessi, le pratiche sadomaso rappresentano la nuova frontiera dell'ignoto.

- Tu sei un medico, - lo incalzai - cosa ti ha portato su questa strada?

- Fui chiamato d'urgenza per estrarre un oggetto improprio da una signora troppo in vista per rivolgersi al Pronto Soccorso. Avrei dovuto denunciare il fatto, ma una lauta mancia mise a tacere la mia coscienza. La discrezione mi aprì la strada verso un mondo che non conoscevo, in breve tempo ne fui inghiottito e rimasi prigioniero. Il resto lo puoi immaginare... hai visto qual è stato il mio ruolo nell'Inquisizione scozzese.

Parlammo per ore ed alla fine ci ritrovammo amici, legati da un segreto che non ci dava pace. Archibald era al club perché in una stanza appartata qualcuno avrebbe giocato con corde e fruste: - ...la solita orgia di dilettanti, - sorrise - niente a che vedere con quello che accade in qualche casolare dei dintorni.

Quella sera non volle rivelarmi i particolari della sua illazione, ma mi invitò a visitare il museo delle torture di San Giminiano, lasciandomi intendere che avrei trovato molte risposte alla mia innata curiosità. - Il sabato mattina è il giorno migliore, - si accomiatò - se ci vai, fammelo sapere!
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