Abel Wakaam
Escalation
1° Escalation, una corsa verso la trasgressione assoluta.
Maledetto fu quel caldo week-end di fine estate che aveva riacceso la voglia di un viaggio... maledetta quella strana serata nel Rifugio del Duca, una rinomata locanda tra le colline toscane, tanto fuori mano da chiedersi perché la gente facesse la fila per prenotarsi con due mesi di anticipo. Viola, quella sera, era più sensuale che mai e si divertiva a provocare gli altri avventori col suo straboccante decoltè, trattenuto a stento dal corpetto di pizzo nero.

Giulio la osservava divertito, abituato agli sguardi furtivi degli estranei che non perdevano mai l'occasione per far la corte alla sua bella moglie. Ne era fiero, orgoglioso. In fondo quale uomo non si culla all'idea di possedere la femmina più desiderata di tutte? Ma quella sera Viola era davvero speciale, tanto da lasciargli sperare in una di quelle nottate bollenti che non accadevano da un po'.

Tra loro il sesso era sempre stato stratosferico, ma negli ultimi tempi era venuto a mancare quel sapore piccante che dava più gusto alla passione. Era normale che dopo sette anni di matrimonio calasse quella bramosia che incendiava i sensi al primo sguardo, ora però avvertiva qualcosa di diverso nel suo desiderio di mettersi in mostra e una luce nuova nei suoi occhi.

- Quel tizio del tavolo di fronte mi sta mangiando con gli occhi. - sussurrò Viola, slacciandosi uno dei gancetti del corpetto affinché si notassero ancora di più le forme tonde del suo grosso seno - se insiste, faccio in modo di fargli vedere le tette!

- Non fare la stupida, - sorrise Giulio, divertito dalla situazione - altrimenti rischiamo che chiamino la buoncostume.

Per tutta risposta, lei torse la schiena di lato, volgendo ripetutamente il capo all'indietro, finché uno dei capezzoli straripò oltre il pizzo. Poi, come se nulla fosse accaduto, tornò a chiacchierare col marito, incurante dello spettacolo che stava regalando allo sconosciuto.

- Sei una stronza, - la redarguì - adesso penserà che ho affittato una escort per cena.

- E allora facciamoglielo credere! - lo guardò con aria monella - Per una sera posso anche passare per una puttana di lusso no?

- Un gioco nuovo per stuzzicare la tua fantasia?

- Lo sai che le mie fantasie alla fine sono un gran bel vantaggio anche per te... - ammise, rispondendo ad un ammiccamento dello sconosciuto.

Fu alla fine della cena che ebbero modo di scambiarsi alcune parole. All'inizio la scusa fu il tremendo temporale che si stava abbattendo sulla locanda, l'uomo li raggiunse al tavolino del bar e si presentò:- Se non creo troppo disturbo, volevo fare i complimenti alla sua affascinante signora, - si rivolse a Giulio con educazione - considerato che questa sera ci ha allietato con la sua straripante bellezza.

- La ringrazio dei complimenti, - intervenne tempestivamente Viola - ma devo correggerla... non sono la signora di nessuno, adoro sentirmi libera e vivere solo la parte migliore della vita.

- Quale sarebbe?- la incalzò Giulio, curioso di scoprire dove volesse arrivare.

- Innanzi tutto l'indipendenza, anche quella economica naturalmente, e poi la consapevolezza di non aver nessuno a cui rendere conto.

- Mi chiamo Enea, - sorrise lo sconosciuto - se volete aggiungervi al nostro tavolo, vi presento il resto della compagnia. Veniamo spesso qui il sabato sera, la cucina è davvero pregevole e il posto... il posto è lontano da ogni tipo di seccatori. Vi fermate anche voi per la notte?

- Siamo qui solo per cena.

- Sarà complicato tornare in città con questo temporale, - abbozzò un sorriso di compiacimento - se cambiate idea fatemelo sapere, metterò una buona parola col proprietario del locale per riservarvi una camera.

La serata continuò in compagnia di Enea e dei suoi amici. C'era Syria, la sua compagna, una deliziosa francese dal fisico snello e dagli occhi d'un azzurro profondo, Riccardo con la moglie Lorenza e Vilen, un possente uomo dai tratti slavi, compagno inseparabile di Ludovica.

Motivo della festa una dozzina di bottiglie di Orcia Rosso, offerte dall'ospite straniero, venuto in Toscana per l'acquisto di una cospicua quantità di vini locali. Il susseguirsi dei brindisi e l'aggiunta di qualche superalcolico sconsigliò il ritorno in città di Viola e Giulio che decisero di fermarsi per la notte.

L'allegria e l'esuberanza fecero presto le prime vittime mentre fuori, i boati dei tuoni si susseguivano in un vero e proprio inferno.

Il mattino seguente, quando il sole era già alto, Giulio si svegliò coi postumi di una tremenda sbornia. Si buttò sotto la doccia e, solo quando ne uscì dopo una buona mezz'ora, si accorse di essere da solo in camera. Una volta rimessosi in sesto, scese nella locanda alla ricerca della moglie, ma sotto la pergola ricoperta d'uva, trovò soltanto Ludovica, stretta in uno scialle a godersi la bella giornata.

- Hai visto Viola? - le domandò.

- Questa mattina no, - rispose, stringendosi le spalle - ma sono qui solo da mezz'ora.

- Anche tu mattiniera? - le domandò, incuriosito dalla sua aria stranita - Che poi, - aggiunse - per la verità, è quasi mezzogiorno.

- Aspetto che qualcuno mi venga a prendere, - scosse il capo - questo non è un posto per me.

Giulio le si sedette accanto: - Che succede?

- Succede che... un conto è far compagnia a Vilen, e un altro è accontentarlo nelle sue manie.

- Sembravate così...

- Non siamo una coppia, - tagliò corto - son venuta qui perché me l'ha chiesto Enea come favore personale. Mi sta bene tutto, non sono una santerella, ma ho le mie regole... i miei limiti e non ho intenzione di superarli.

- Perdonami, ma non riesco a capire a cosa ti riferisci.

- Mi piacciono le donne, questo è risaputo, e qualche volta non disdegno le attenzioni dei loro mariti, - continuò Ludovica, bisognosa di sfogarsi - però non li sopporto quando vanno troppo oltre.

- Continuo a non capire. - insistette Giulio, incuriosito dalle sue parole.

- C'è poco da capire, - scosse il capo - mi sta bene che debba pagare un prezzo per godermi qualche bella femmina e certe volte l'ho pagato anche volentieri. In poche parole... non disdegno che mi si scopi, ma non che mi si sbatta come una cagna in calore! E non mi venire a dire anche tu che alle altre donne piace, io non sono come Lorenza e non sono nemmeno una escort.

- Quindi mi par di capire che stanotte avete continuato la festa in camera da letto!

- Io non per molto, ma a quanto pare non hanno sentito troppo la mia mancanza.

- Scusa... - la incalzò, colto all'improvviso da un atroce dubbio - a chi ti riferisci quando hai accennato ad una escort?

- Alla tua amica, - sorrise Ludovica - lei evidentemente non ha certo i miei stessi tabù.

Giulio si sentì ribollire il sangue nel cervello. - Ero troppo stanco e sbronzo, ieri sera. Me ne sono andato a letto. - ammise, cercando di trattenere la rabbia che gli saliva in corpo - Quando hai visto Viola per l'ultima volta?

- Non ti so dire che ore fossero... forse le cinque o le sei. Era con Riccardo e Lorenza.

- E... - insistette.

- Sono entrata in camera loro per prendere lo scialle, - raccontò - e si stavano divertendo alla grande. Ma è normale, sono degli abituè. Quei due se le mangiano le donne! Io ci sono stata a letto tempo fa, sono tremendi... non ti danno il tempo di respirare.

- Quindi avranno divorato anche Viola? - la stuzzicò per farle continuare il racconto.

Ludovica sorrise: - Mi è parsa molto presa, ma con la lingua di Lorenza tra le gambe è facile perdere la ragione.

- E Riccardo?

- Sei curioso o geloso?

- Cercavo di immaginare la scena. Come potrei essere geloso di una escort? - mentì spudoratamente.

- Riccardo le stava sopra, a cavalcioni sul ventre e la scopava tra le tette. A proposito, due gran belle tette la ragazza!

- E poi? - la incalzò.

- E poi non lo so, chiedilo a lei. Io ero troppo incazzata per interessarmi dei fatti altrui.

- A questo punto puoi anche dirmi qual'è la causa di questa incazzatura.

- A me Syria piace da morire e son sicura che l'interesse sia reciproco. Insieme riusciamo a godere veramente in modo sublime. Enea ha imparato a ritagliarsi i suoi spazi, di solito si sfoga con lei, ma anche quando me lo sono ritrovato tra le gambe, ha saputo muoversi con delicatezza e attenzione. Non mi dà fastidio la penetrazione se viene fatta con criterio. Invece Vilen è un vero bastardo, prima mi ha preso da dietro e, quando stava per godere, ha provato a infilarmelo tra le chiappe. E bada bene che le sue misure sono proporzionate alla mole!

- Quindi li hai mollati da soli e te ne sei andata?

- Avevo già dato... - sorrise - non sono una donna dagli orgasmi multipli.
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