Abel Wakaam
Whore
1° Whore, una strada senza ritorno nel mondo delle Escort di lusso.
- Cominciò tutto nella chat di quello stupido sito inglese. Era inverno, una di quelle giornate fredde e piovose in cui Londra appare come una trappola mortale e la noia ti invade dentro senza che tu possa trovare una via d'uscita. Niente in TV, troppo occupata e ripetere sino all'ossessione i bollettini di guerra che arrivavano dall'Afganistan, e nessuno dei soliti amici in rete a ravvivare di messaggi la gelida barra di ICQ. Sapevo di DarkSite per uno scherzo fatto a William. Gli amici avevano inserito il suo indirizzo di posta in un finto annuncio in cui lui, maschilista purosangue, si offriva ad una coppia di anziani coniugi come giocattolo di compagnia, ma da allora non c'ero più andata. Lucrezia... non so perché scelsi quel nome, forse l'avevo letto su una delle riviste di moda accatastate sul tavolino, o era soltanto un refuso della memoria, raccattato in un momento di anarchia della mente. Entrai in chat con la strafottenza d'insultare qualcuno. Avrei voluto scaricare la rabbia... o meglio, quella sensazione di impotenza che mi assale quando mi sento schiava degli eventi invece di condurli. Notai una stanza nuova dal nome insolito quanto accattivante, PayForPay... e la breve didascalia che precedeva il login la presentava come una terra sconsacrata in cui ognuno poteva comprare o mettersi in vendita. Mentre Lucrezia parlava, un uomo con gli occhi scuri come l'inchiostro l'ascoltava in silenzio, versandosi lentamente un bicchiere di whisky dalla bottiglia mezza vuota. Fingeva indifferenza, ma seguiva con attenzione maniacale ogni sua pausa, ogni sussulto, cercando nei dettagli del suo elegante vestito la visione sublime di un lembo di pelle nuda.

- Mi ritrovai in mezzo ad un'asta senza senso, in cui i giocatori puntavano al rialzo cifre impossibili, non per me, misera ultima arrivata, ma per una certa Pussy che alla fine li umiliò confessando di essere un uomo.

Diverso fu l'impatto dei presenti quando fu lei ad entrare nel gioco: - ...parliamoci chiaro, - esordì - io mi vendo davvero, ma le cifre devono essere accompagnate da un numero di telefono con cui posso controllare l'identità del compratore, non voglio rischiare di perdere tempo con mitomani e bambini. Datemi un'ora e tornerò qui per discutere con chi si è certificato!

Scrisse rapidamente il suo indirizzo e-mail e poi chiuse la chat con apprensione, pentendosi immediatamente dopo della sua assurda provocazione.

Tre sole risposte, di cui una piena zeppa di improperi e di errori ortografici, la seconda aveva in allegato l'improbabile foto di un certo Hakira... e la terza solo un numero di telefono col prefisso di NewCastle. Scartò le prime due e fece una rapida considerazione sul numero che restava: avrebbe dovuto obbligatoriamente chiamarlo per capire a quale nick potesse corrispondere. - Viper... - rispose la voce dall'altra parte dopo un solo squillo - e tu sei Lucrezia?

Lei riattaccò col cuore che picchiava nelle tempie come un piccone sul marmo del sacrato. Non si aspettava che fosse lì, pronto a rispondere senza il benché minimo preavviso, pensava ad uno scherzo, a tutto... ma non ad una simile evenienza. Non era il numero di una camera d'albergo, non era un ufficio o un negozio commerciale, in quel breve attimo di collegamento aveva percepito soltanto una musica di sottofondo e l'assenza del tipico scatto di un centralino.

Quando tornò in chat, usò un altro nick di fantasia. Viper era l'unico presente, digitò una faccina di saluto e, come se avesse previsto anche questa mossa, rimase in attesa che cambiasse nome. - Sono Lucrezia, - rispose - a quanto pare siamo soli!

- Quando si tratta di calare la maschera, - scrisse lui - gli uomini si dileguano e alle donne tremano le gambe.

- Tremano anche a me... voglio prima dirti che non ho mai partecipato a questa cosa.

- Poco importa, ormai siamo qui!

- Già, siamo qui, - reagì Lucrezia - ma questo non mi tranquillizza affatto.

- Un'ora fa volevi venderti.

- ...e tu volevi comprarmi?

- Dipende dal prezzo, e dalla tua personalità.

- L'offerta spetta a te, ho letto le istruzioni all'entrata. Se per personalità intendi il mio fisico, ti assicuro che sono carina.
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