Abel Wakaam
Voyeur
1° Voyeur, esperienze di una donna senza pudore.
Parlava sottovoce, guardandosi in giro con sospetto, come se temesse l'arrivo di Carlo all'improvviso, in un gioco di abitudini e di screzi a cui aveva finalmente imposto un termine. - Non mi sembra vero che sia tutto finito, - sussurrò - eppure sono finalmente tornata ad essere una donna libera... e pronunciare questa parola mi fa sentire davvero bene! - La separazione è l'unico, necessario rimedio ad una situazione insostenibile, - la rincuorò Manuela, scandendo lentamente ogni parola - ora la tua vita può riprendere il suo antico corso senza le costrizioni e le angherie che hai dovuto sopportare negli ultimi anni. Dammi retta, parti per un viaggio e ricomincia a respirare aria nuova.

- Mi sono fatta un regalo di compleanno, - sorrise Francesca, passandosi le mani tra i capelli - ma non vorrei che fosse troppo tardi per ricominciare.

- Non siamo più a inizio secolo mia cara, oggi a quarant'anni una donna è nel pieno della propria maturità professionale e... sessuale. Trovati un adorabile compagno di giochi e goditi questo momento magico.

- Scordatelo, - sorrise - mi sono liberata da un maniaco traditore e non ci penso nemmeno a sostituirlo con un altro animale della stessa specie. Gli uomini sono tutti uguali ed io mi sono stufata di sopportare le loro manie di onnipotenza!

Quando intravide il cameriere, si zittì di colpo. Attese che appoggiasse il vassoio sul tavolino e solo dopo che se n'era allontanato riprese il filo del discorso. - Quello che voglio adesso è divertirmi senza rendere conto a niente e nessuno, per cui non cercare di corrompermi... non seguirò la tua strada da divorziata in cerca di avventure.

- Il sesso è una buona medicina se sei tu a decidere quando assumerlo, - rispose Manuela, soppesando il cucchiaino colmo di zucchero fino a decidere quanto versarne nel caffè - dammi retta, scegliti un ragazzo di quelli giusti e vedrai che imparerai a gestirlo come più ti fa comodo. Le regole sono semplici, tu decidi e lui si mette docilmente al tuo servizio.

- Non mi piacciono i giovanottoni con i muscoli gonfi di palestra, se proprio devo scegliere, preferirei un professore di storia orientale con tanto di occhialini e barba bianca. Un tipo serio e misterioso quanto basti a soddisfare il mio impellente bisogno di confronto intellettuale senza pregiudizi. Non sopporto i rapporti maestra e allievo ma neppure quelli del tipo professore e universitaria. Voglio dibattere restando sullo stesso piano senza compromessi che lo facciano pendere da una parte o dall'altra.

- Sei troppo complicata per una bella scopata vero? - rise di gusto Manuela - Dopo il divorzio ero partita anch'io con un sacco di buone intenzioni, eppure alla fine ho ceduto agli istinti atavici che ci spingono irrimediabilmente a seguire la via più fisicamente appagante.

- No... proprio no, - obiettò Francesca rigirando l'indice sul bordo della tazzina - in questo momento il sesso non è in cima alla lista dei miei pensieri, non dico che rimarrà relegato in un angolo, ma ribadisco la mia voglia di altre soddisfazioni.

Reazione... pura reazione allergica ad ogni tipo di contatto fisico, spiacevole effetto del rapporto traumatico con l'unico uomo della sua vita. Eppure qualcosa in lei era ancora vivo, lo era sempre stato, anche quando era costretta a sottrarsi al suo eccessivo ardore. Un desiderio sottile, difficile da definire in immagine, come se migliaia di fotogrammi passassero all'improvviso lasciando solo il sospetto di aver intravisto qualcosa di piacevole.

- Voglia di estraniarsi dalla scena per vedere il piacere da fuori, - aveva sentenziato la psicologa a cui si era rivolta per risolvere la sua apatia verso l'atto sessuale - è una forma di protezione, un bisogno assoluto di alzare uno sbarramento tra noi e ciò che ci piace guardare... tipico di un voyeur.

Francesca aveva taciuto la sua verità nascosta. Non si era lasciata svuotare la mente e l'anima in quella serie interminabili di sedute, e quando ebbe sentore di non poter reggere ulteriormente la pressione, abbandonò lo studio con una scusa puerile. - Stiamo scavando nel vuoto, - sentenziò - stiamo cercando qualcosa che non esiste... una causa che giustifichi l'effetto senza tener conto che potrebbe essere altrove. Eppure lei ne conosceva ogni dettaglio pur occultandolo nella parte più angusta dei propri pensieri, per liberarlo quando poteva isolarsi dal mondo intero ed appagare le voglie impellenti. - Preferisco godere da sola, - confidò all'improvviso, messa alla strette dalle insistenze di Manuela - e non è affatto squallido come potrebbe sembrare!

- Sii onesta con te stessa... - ribadì l'amica - non puoi accettare che l'unica forma di piacere sia la masturbazione, hai quarant'anni e non sei più una ragazzina.

- E' l'unica soluzione che conosco, - ammise Francesca - con Carlo non ho mai raggiunto una sola volta l'orgasmo.

- E con altri? Non puoi basarti sull'esperienza con un solo uomo. E' accaduto anche a me, anch'io ho le mie perversioni. Mi sono sempre piaciuti i ragazzi giovani, e proprio facendo sesso con loro, a modo mio, le ho appagate totalmente. Possibile che tu non abbia una fantasia precisa che ti ronza nella testa? Magari non è sempre la stessa, ma la fonte... quella che ti stuzzica la voglia, devi riuscire a focalizzarla.

Avvertì impellente il desiderio di sciogliere quel groviglio di emozioni che gli pulsavano nel petto, ma ancora una volta riuscì a controllarle. Eppure avrebbe dovuto affrontarle prima o poi, liberare gli istinti prigionieri di quel sacco troppo angusto per non soffocare definitivamente la propria sessualità. - Non lo so cosa desidero davvero, - sospirò - ma so di certo cosa non voglio assolutamente, e Carlo faceva parte di questo.

- Va bene, dimenticalo allora, ma approfitta di quest'aria nuova per concederti quello che ti manca.

Come poteva confidarsi con lei? Sapeva benissimo che avrebbe divulgato ogni segreto agli amici comuni. Manuela era una cara amica ma non sapeva tenere la bocca chiusa, al punto da dividere con chiunque le proprie esperienze sessuali. E Francesca l'ascoltava volentieri, fingeva di scandalizzarsi, invece si eccitava ad ascoltare quelle storie assurde, senza chiedersi quanto ci fosse di vero e quanto di inventato.

Sarebbe stato assurdo renderla partecipe delle proprie manie, eppure si ritrovò senza difese, quasi fosse l'unico appiglio prima di cadere. Glielo disse tutto d'un fiato: - Mi piace guardare, - sbottò, voltandosi con sospetto verso il tavolino alle sue spalle - è qualcosa più forte di me!

- Mi stai dicendo che sei una guardona... che ti ecciti guardando altri che fanno sesso, film pornografici e cose simili?

- Non ho detto questo, non seguo le coppiette nel parco e non frequento i cinema a luci rosse. - puntualizzò immediatamente Francesca - Mi è capitato di assistere per caso... e mi è piaciuto.

- Fino a godere?

- Si, - rispose imbarazzata - sembra assurdo ma è così?

- Senza toccarti?

- Si maledizione, mi sono anche toccata... ma è stato appagante, molto appagante!

- Chi hai guardato? - insistette Manuela.
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