Abel Wakaam
RossoScarlatto
1° RossoScarlatto, come il sangue del Demone.
"Nulla in questo mondo è mai completamente definito, e niente viene lasciato al caso, se non per un breve sussulto. Quando il tempo sembra volgere altrove il suo sguardo, allora il dio degli enigmi affida il mistero nelle mani del fato, unico vero signore e padrone delle nostre vite."

Dalmacia isola di Arbe 257 d.c.

Il male è nascosto nel buio eterno, atavica semenza che feconda la terra sconsacrata e s'insinua nel profondo, mettendo radici fin dentro la nuda roccia. Il pozzo di Loparo era l'unico dell'isola a donare acqua dolce che scintillava al sole come se contenesse diamanti ed era fresca come neve appena sciolta. Scendeva dal Kamenjak, possente crostone di candido calcare, disteso al sole come un drago assopito, e s'infiltrava tra il basalto piantato con le radici nei flutti, scivolando dentro la montagna lungo i mille rivoli che nei secoli l'avevano preceduta.
L'intero paese si fermò quel giorno di maggio. La lunga fila di pescatori salì sulle pendici del monte, guardata a vista dalle mogli impazzite di terrore, le forche impugnate con forza e rabbia… le mani nervose pronte a scagliare nel vuoto il colpo risolutore.

Soffiava un vento teso, da nord, stranamente freddo per quel periodo, e gli usci socchiusi sbattevano come tanti burattini impigliati tra le quinte di un teatro immaginario, palcoscenico inerte di quell'immensa tragedia.
Nulla pareva nell'ordine di sempre, né lo sguardo impaurito dei fanciulli abbarbicati sulle tavole imbandite, né il vociare delle donne, strette attorno alla madre di Nascia, tenero fuscello strappato in un solo colpo dalla bora. Il suo corpo giaceva riverso, le piccole mani stringevano ancora il mestolo di legno e lì… ad un passo, il secchio capovolto, ed il sangue… rosso e vivo, in una grande chiazza dai contorni irregolari.

- …l'isola non è abbastanza grande perché il colpevole possa nascondersi, - gridò il maniscalco, zoppicando verso il pozzo - e non ci sarà rifugio né in terra né in cielo per il colpevole di questo misfatto.

Eppure gli uomini tornarono dalla battuta di caccia con la rabbia ancora in corpo, e nessuno seppe mai quale volto avesse l'assassino e quale follia l'avesse spinto ad un delitto così atroce.

Poveri uomini senza occhi sulla nuca, nessuno di loro avrebbe mai potuto vedere le zanne acuminate della bestia… perché il suo alito caldo aveva il colore del nulla.
Tre mesi esatti dopo quel giorno, Marino e Leone tornarono sul luogo della sciagura per inginocchiarsi davanti a quella croce e chiedere al Dio dei cristiani di salvare l'anima dei loro compagni.

Polvere e sudore, una manciata di terra nella bisaccia per non sentire la nostalgia di Arbe, e la sagoma scura della nave li richiamò nel porto vecchio da cui sarebbero partiti per raggiungere il continente italico.

Tredici secoli più tardi, il loro nome sarebbe divenuto leggenda, ma come sempre accade nella storia degli eroi, qualcuno scava nel loro passato sino a risvegliare lo spirito dormiente di un entità che pareva smarrita.
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