S. Gimignano - Toscana La luce rosata del tramonto accendeva il cotto delle case, dei vicoli, in un insieme antico e solenne. I colori caldi dell'autunno si fondevano nella dolcezza delle colline toscane, come un quadro dalle tinte pastello, in cui la natura si confrontava con l'opera dell'uomo e mai, come in quel momento, l'esito era scontato. La vide salire verso la Basilica della Collegiata e subito fu attratto dalla sua figura, senza più riuscire a cancellarla dai pensieri. Vestiva di scuro, una giacca di taglio semplice ed una gonna ben sopra le ginocchia, con un corto spacco posteriore, trattenuto da un lieve ricamo. La seguì, il ticchettio dei passi sull'antico selciato dava il senso della sua femminilità; i movimenti erano rapidi, eleganti, ed il suo corpo avanzava con classe, morbido, armonioso, costringendolo a rincorrerla per non perderla di vista. Quando entrò nel cortile interno, un uomo prese a suonare l'arpa e, mentre le arcaiche mura si riempivano d'immenso, lei si voltò un attimo nella sua direzione, concedendogli l'attenzione dei suoi occhi chiari. Lui abbozzò un cenno di saluto ma la donna nemmeno se n'accorse, e continuò a camminare, finché sparì oltre la soglia dell'antico portale. Nick cercò di seguirla per lo stesso percorso, ma si trovò di fronte ad un'invalicabile rifiuto da parte di due uomini che non si lasciarono sorprendere dalle sue innumerevoli scuse. Era abituato a simili scontri, data la sua professione di fotografo ficcanaso; "paparazzo" per lui era un termine riduttivo, faceva parte dei "grandi", quelli cui conviene concedersi. Eppure, almeno stavolta, il suo obiettivo non doveva essere quella stupenda mora che andava di fretta, era lì per ben altro, ma ormai la sorpresa non aveva più nulla su cui contare, tutti gli occhi erano puntati su di lui. Cercò di darsi un contegno, nascondendo alla meglio i teleobiettivi, poi affrontò di nuovo i due tenaci oppositori, senza riuscire nell'intento. Attese per ore, appostato giù nella piazza, la donna sarebbe dovuta uscire, San Giminiano non è Milano, nessuno può svanire tra la confusione della folla. Fu così anche allora e, quando la notte parve arrendersi al silenzio, la vide scendere la scalinata, accompagnata da un misterioso cavaliere. Li inquadrò con la macchina fotografica e scattò in continuazione, cercando il primo piano del suo viso, quasi immaginandosi come ogni fotografia stesse plasmandosi sullo strato argentato della pellicola. Non sapeva chi fosse, non capiva nemmeno perché lo stesse facendo, ma qualcosa d'istintivo lo spingeva a continuare, senza sapere che in quel momento stava cambiando per sempre la sua stessa vita. La seguì fino all'albergo, dove il suo galante accompagnatore l'abbracciò con distacco, dimostrando che i loro rapporti erano esclusivamente di cortesia, poi attese che l'uomo se n'andasse, per cercare informazioni al personale della reception. Il portiere lo guardò stranito, mentre si vedeva allungare un biglietto da centomila, ma non fece in tempo a rispondere, che una voce tuonò all'improvviso: - Non possiamo comunicare informazioni personali sui nostri clienti, inoltre vorrei farle notare che la sua offerta di denaro ci offende terribilmente.-. - Volevo solo conoscere il nome della donna appena entrata, - esclamò Nick - mi ha incuriosito la sua bellezza, il resto non m'interessa.-. - La prego di uscire subito dall'Hotel, questa è proprietà privata e non tollero che nessuno infranga le nostre regole.-. - Tu sai chi sono?-. - Non m'importa, se lei non se ne va, sarò costretto a chiamare la Polizia!-. - Calma… calma, - intervenne un terzo personaggio, dall'aria molto compiacente - il signor Nick Frattini è un grande fotografo, non può essere trattato come tutti gli altri.-. Non fece nemmeno in tempo a compiacersi, che si trovò sotto braccio allo sconosciuto, trascinato verso un salotto appartato, dove si trovò a rispondere alle sue domande. - Cos'è tutto questo interesse per la signora, uno scoop da mettere in prima pagina?-. - Veramente non so nemmeno chi sia, sono stato attirato dalla sua splendida figura e stavo proprio chiedendo al portiere se conoscesse il suo nome.-. - Io potrei metterla al corrente di tutto, ma vorrei in cambio un favore…-. - Cosa?- domandò Nick, abituato ai compromessi. - Facciamo così, io le dico tutto sull'interessata, ma lei farà in modo di pompare la storia, affinché se ne abbia benefici entrambi.-. - Dipende molto dall'importanza del soggetto, per apparire in prima pagina bisogna essere qualcuno!-. - Venga con me, le mostrerò qualcosa che non potrà dimenticare molto facilmente.-. Il fotografo lo seguì attraverso i corridoi dell'albergo, scese le strette scale che conducevano alla parte riservata al personale, ed insieme sbucarono nel vicolo. - Dove stiamo andando?-. - Sei un fotografo? Sei il migliore? Allora questa notte avrai la possibilità di vedere con i tuoi occhi cosa accade oltre la finestra di una camera da letto.-. - Non capisco…- balbettò. - Non importa!- disse l'altro, strappandogli di mano la macchina fotografica. Nick cercò di contrastarlo, ma un secondo uomo si gettò su di lui e si trovò a terra. Lottò con tutte le sue forze, cercò di divincolarsi, di fuggire, ma la forza dei suoi aggressori era nettamente superiore e si trovò ben presto a doversi arrendere. Non gli lasciarono il tempo di parlare, una mano lo afferrò per la gola, un'altra fece pressione sulla fronte e si trovò una bottiglia di vino spinta tra le labbra, sino a raggiungere la gola. Non riusciva a respirare, non riusciva a gridare, poteva solo ingoiare quel liquido a grosse boccate, senza nemmeno capire cosa gli stesse accadendo. Quando credette che il supplizio fosse finito, seguì un'altra bottiglia e poi un'altra ancora, finché l'alcool si fece strada nel cervello, confondendo le idee e le sensazioni. Capì che lo stavano trascinando per alcune decine di metri, poi si sentì sollevare di peso e si trovò capovolto, trattenuto a stento per le gambe. - Vogliono farmi vomitare.- pensò, ma si sbagliava di grosso, e lo capì appena riuscì ad aprire gli occhi e vide il vuoto sotto di sé; era sospeso al di sopra di un pozzo. Volle credere che stessero scherzando, un modo un po' pazzo per fargli paura, ma di colpo fu lasciato cadere nel vuoto, ed il suo grido si spense in gola. Quella corsa verso il basso pareva non finire mai, i colpi contro le pareti non riuscivano a spegnere la sua ansia, il suo dolore, di tutti gli incubi quello era il peggiore, e la cosa più atroce, era la certezza che non fosse un sogno. L'impatto con l'acqua fu tremendo, il tonfo agghiacciante; il corpo si inabissò all'istante e la mente desiderò solo la fine. A volte vorremmo morire, per non affrontare la sofferenza, ma quel meccanismo naturale che ci procura uno svenimento, quando il dolore diviene insopportabile, non funziona oltre un certo limite; il corpo non accetta di spegnersi senza lottare e fu così anche quella volta. Appena riemerso, si rese conto che la situazione era disperata, nulla avrebbe potuto salvarlo ed il suo cervello era troppo impegnato a combattere il vino, per potersi impegnare nella ricerca di una soluzione. Eppure l'istinto non si era sopito, la sua mano trovò un appiglio, un gradino metallico infilato nella parete, scivoloso alla presa, come fosse il tentacolo di un polpo proteso nel vuoto. Com'è difficile trovare un'idea quando l'alcool scorre nel sangue con la stessa forza della vita, eppure non era difficile, doveva farlo, altrimenti tutti i suoi pensieri sarebbero andati persi per sempre. Capì che se ne stava andando, ed allora raccolse tutte le proprie forze per un ultimo tentativo e si issò verso quell'appiglio, infilando un braccio al suo interno. Cercò con le punte dei piedi di reggersi per un istante, mentre con l'altra mano si slacciò la grossa cinghia di cuoio, infilata nei jeans. Le membra tremavano nello sforzo, la carne si lacerava al contatto duro con il metallo arrugginito e le dita lavorarono confusamente, riuscendo finalmente nell'intento. Passò la cinghia nel gradino e riuscì a riallacciare la fibbia, poi cadde all'indietro a peso morto, e la mente trovò la sua quiete. Quando riaprì gli occhi, poteva essere trascorsa un'ora, oppure un intero giorno, si domandò persino se fosse ancora vivo, perché il dolore era completamente svanito. - Forse è così… la morte!- ebbe persino il coraggio di pensare – Sospeso al buio nel vuoto, senza nulla cui aggrapparsi, senza nemmeno una flebile speranza… senza paura.-. Una fitta tremenda lo riportò alla realtà, alzò lo sguardo verso il punto più alto che poteva raggiungere e si trovò ad immaginare il cielo. Una pallida luce si rifletteva sulle pareti impregnate d'acqua, lasciando presagire che il mondo, là fuori, esisteva ancora. - E se non fosse l'alba?-. Non avrebbe retto ancora una notte in quello stato, appeso per la vita, senza un briciolo di forza nelle vene. Chiuse gli occhi, pregustando di riaprirli il più tardi possibile, pur di saziarsi della fine di quell'incubo. - Già… e se fosse solo il peggiore dei sogni?-. Non lo era, ma era bello crederlo, oppure sperarlo, mentre ritardava il momento della verità, serrando le ciglia per non rovinarsi l'attesa. Cercò dentro di sé il coraggio di spalancare le pupille ma lo sforzo fu vano; la penombra non era cambiata. Il rantolio lontano di un temporale spense definitivamente le sue illusione, poi venne la pioggia e le gocce caddero sul suo volto sporco, dilavandone le rughe approfondite dall'attesa, mentre le labbra schiuse cercavano conforto alla sete, strana sofferenza per un condannato a morire in un pozzo. Presto il livello cominciò a salire, e con esso la consapevolezza che tutto sarebbe finalmente finito, era la soluzione migliore: - … meglio affogare che marcire appeso ad un chiodo…-. Ma l'acqua, da carnefice si trasformò nel più impensabile degli aiuti, sospingendolo verso l'alto, dove i lampi coloravano l'imboccatura del pozzo, disegnando sui riflessi delle pietre squadrate inaspettati appigli. Per assurdo, la cinghia che lo aveva sostenuto sino a quel momento, stava diventando la sua catena, e le dita lavorarono senza sosta, per sciogliere quell'ultimo impedimento. Fu sommerso, e solo allora, quando il fiato si dissolse in mille bolle chiare, riuscì a sganciare la fibbia, per lasciarsi andare in balia di quella spinta verso l'alto, senza rendersi conto che nulla avrebbe potuto portarlo all'imboccatura del pozzo. Qualche metro, aveva guadagnato solo qualche inutile metro, ma ora riusciva intravedere una lunga serie di maniglie arrugginite, protese verso di lui, come tante mani pronte a stringere le sue. Alla fine ci riuscì, giusto in tempo perché la folgore gli mostrasse l'ombra di una poderosa griglia, posta a proteggere la sua unica via di fuga. Si arrampicò con le ultime forze, il cuore in gola dava il ritmo della salita, e la mente ricominciava a masticare idee, finalmente libera dall'oblio dell'alcool. Cominciarono i dubbi, primo fra tutti il terrore che ad aspettarlo ci fossero i suoi aggressori, la libertà sarebbe stata inutile, senza la certezza di poter sopravvivere. Provò a spingere la grata ma era bloccata da grossi lucchetti lucenti, parve subito chiaro che non erano quelli originali, le sue paure stavano prendendo forma. Stremato, capì che doveva riposare e l'unico modo per non precipitare era quello già usato sul fondo, e si legò di nuovo ad un appiglio, per potersi rilassare un poco. Fu una voce a risvegliarlo, non era quella del boia, ma un sospiro lieve di fanciulla, forse la morte era sopraggiunta nel sonno e ciò che ascoltava non era altro che un angelo. Poi altri bisbigli, parole, frasi; non c'erano dubbi, erano una coppia di ragazzi! Doveva affrontarli, farsi sentire, erano la sua salvezza, non c'era altro da fare. Si fermò di fronte al dilemma: come avrebbero reagito alle sue urla disperate? Ora che si trovava ad un passo dalla vita, non poteva rischiare di ritornare in fondo all'incubo. Si arrampicò fino alla griglia, avrebbe voluto vederli in volto, avrebbe cercato di non spaventarli. Si stavano baciando, con trasporto, con passione, non restava che attendere; il paradiso era a portata di mano. Intravide qualcos'altro a portata di mano, era un minuscolo cellulare portatile che pendeva invitante dalla tasca, appeso al suo lucente supporto cromato, troppo debole per resistere ad uno strappo. La mano sporca che emerse dal pozzo, tremava in quegli ultimi istanti, poi sfiorò quel piccolo aggeggio colorato e, come per incanto, lo strinse tra le dita. Lo sforzo, la tensione, il timore che se ne accorgessero, nulla in confronto alla soddisfazione di stringerselo al petto, ora poteva ricominciare a sperare. Si appiattì contro alla parete, ne staccò un ciottolo sudicio e lo gettò contro la grata affinché, dopo averla colpita, ricadesse verso il basso per l'inevitabile tonfo nell'acqua. Qualche maledizione sgorgò dalle stesse labbra ancora umide di saliva, poi una bestemmia secca e un susseguirsi di imprecazioni nervose, subito affievolite dal loro allontanarsi dalla scena. Nick si strofinò le mani sulla camicia, poi aprì il sottile sportello di plastica scura, ritrovandosi davanti ai tasti illuminati di verde, piccoli, umili schiavi, pronti ad obbedire ad ogni suo desiderio.
Siena - Ospedale di circolo -
La luce divenne soffusa, gli sguardi premurosi, affabili; il Paradiso può attendere, la vita valeva ancora qualcosa. Cercò di alzarsi, la testa pareva scoppiargli, ed una voce piena, possente lo esortò a stare tranquillo, ormai tutto era finito. - Sono Pedro Martinez, - disse l'uomo, facendo segno al personale medico di uscire - sono un membro dell'Ambasciata Spagnola, con me c'è l'Ispettore Marchetti, della Polizia Investigativa Italiana.-. Cercò di rispondere, ma la gola sembrava un puntaspilli e riuscì appena a deglutire, in una smorfia acuta di dolore. - Si ricorda cosa le è accaduto?-. Scosse il capo in senso di diniego. - Conosce il suo nome, la sua identità?-. Ci pensò un poco poi, disperato, rifece il medesimo gesto. - Stia tranquillo, ora è al sicuro, - continuò l'Ambasciatore - se lo desidera, le racconto cosa le è accaduto.-. Questa volta il cenno fu di assenso. Intervenne l'Ispettore e parlò a lungo, raccontando la sfortunata vicenda che l'aveva visto protagonista. Gli disse del pozzo e delle condizioni disperate in cui l'avevano trovato, spiegò del trauma e della perdita di una parte della memoria, lui non osava interromperlo, lo lasciava raccontare una storia che non poteva capire, perché nella sua mente non c'era altro che il vuoto. Alla fine cercò di abbozzare qualche parola, ma fu subito rassicurato: - Non dica nulla, sappiamo già tutto della sua storia… è per questo che siamo qui, vorremmo proporle un patto di collaborazione.-. Cosa volevano quegli uomini da lui? Quale assurda proposta stavano cercando di propinargli, non c'era nulla da collaborare, era stato aggredito e basta! Arruffò le ciglia in segno di sorpresa, tanto valeva ascoltare quella novità, era appena risorto e già gli si prospettavano dei problemi. - Sarò conciso, - esclamò l'Ispettore, allargandosi in un inutile sorriso - se coloro che ti hanno buttato nel pozzo scoprono che sei vivo, non potrai godere a lungo di questa tua gioia. Fanno parte di un'organizzazione di gente senza troppi scrupoli, per cui la tua vita non vale assolutamente nulla…-. - Grazie stronzo, - pensò Nick,- come esordio non c'è male!-. - La nostra proposta consiste nel collaborare, per riuscire a contrastare i loro progetti eversivi, tu sei ufficialmente morto, nessuno meglio di te può essere al di fuori di ogni sospetto.-. - Ogni volta che abbiamo cercato di infiltrare un nostro uomo, - continuò Alvarez - l'esito è sempre stato lo stesso, le loro informazioni erano precise, nessuno ce l'ha fatta ad ingannarli.-. - Con te sarà diverso, - spiegò l'altro - creeremo un personaggio adatto allo scopo, saranno loro a cercarti e, questa volta, cadranno nella rete.-. Nick fece un cenno di dissenso con il capo, ma fu subito aggredito dall'Ispettore: - Non hai scelta, se rifiuti metteremo il tuo nome scritto fuori, sulla porta, non servirà nemmeno prenotare il funerale. Devi decidere adesso, non possiamo perdere altro tempo!-. - Bastardo…- grugnì - cos'altro vuoi da me?-. - Ti daremo un'altra identità, ti daremo una faccia nuova, una vita nuova, sarai finalmente una persona rispettabile… vedrai, alla fine sarai felice di aver accettato.-. Non fece a tempo a dire altro, che gli presentarono un modulo da firmare, dovette leggerlo tutto d'un fiato, perché gli veniva agitato davanti, come se il tempo gli scappasse da sotto il letto. Non sapeva cosa scrivere, ma bastò uno scarabocchio per ritrovarsi un altro. - Auguri!- esclamò l'Ispettore - Hai fatto la scelta migliore… ora rimettiti in forma, presto ti consegneremo la tua nuova vita!-. Troppo in fretta, tutto era avvenuto così di colpo, che ancora non si era abituato all'idea di essere vivo, si rese conto che l'importante era continuare ad esserlo, il resto avrebbe pensato poi a come risolverlo.
Città di Pienza - Toscana -
L'auto rallentò la corsa, entrando nel centro storico dell'antica cittadina, si presentò dinanzi al cancello di ferro battuto e mai, come in quel momento, il presente ed il passato ebbero un confronto così aspro. Un uomo in livrea lo accolse togliendosi il cappello e l'autista si premurò di aprigli la portiera, lui scese con timore, poi salutò entrambi con un mezzo sorriso e camminò in direzione di un muretto che cingeva il cortile; oltre c'era solo la dolcezza delle colline toscane. - Benvenuto Signor Gonzaga, - esclamò una graziosa ragazza, abbigliata da cameriera – sua moglie la sta aspettando in biblioteca… spero che il viaggio sia stato di suo gradimento!-. - Cosa ci faccio qui, - pensò Nick - tra questi imbecilli vestiti a festa, l'unica buona notizia è quella di avere una moglie; speriamo almeno che non sia una strega… e che sia ligia ai suoi doveri coniugali!-. Quando la vide restò senza parole, lei lo abbracciò con tenerezza poi, prima che potesse dire una sola parola, chiuse la porta alle sue spalle e mutò radicalmente espressione. - Sia chiaro, - spiegò – io sono qui perché mi ci hanno mandata, sono la moglie… sì, ma di un altro, per cui togliti ogni pensiero stupido dalla testa; non dormiremo mai nello stesso letto!-. - Posso sapere almeno il tuo nome, o devo fischiare per chiamarti… per me non fa certo alcuna differenza.-. - Sono Mariella Gonzaga, possibile che non ti ricordi delle nostre sfarzose nozze nella cattedrale di Sidney, e possibile che non hai nemmeno dato un'occhiata a quel maledetto memoriale che ti hanno consegnato!-. - Calmati bambola, io non mi sono ancora calato nella parte, sono un fotografo, non un agente dei servizi segreti e non so nemmeno se riuscirò ad imparare il copione.-. - Me l'avevano anticipato che eri un coglione… ma non ce n'era assolutamente bisogno, non ci avrei messo molto a capirlo anche da sola.-. - Allora smettiamo di recitare questa inutile commedia, - urlò Nick – di' ai tuoi capi che la cosa finisce qui.-. - Allora non hai capito niente, è come se noi fossimo in viaggio su di una barca a vela, se cadi in acqua, per te non c'è scampo.-. - Tu… da che parte stai? Non dirmi che ti hanno imbarcato a tutti i costi… come me.-. - No, io lo faccio per mestiere, e per me questa è l'occasione per dimostrare quanto valgo… non sarai certo tu a rovinarmi i piani.-. - Oh cazzo, sto navigando con Giovanna d'Arco e nemmeno lo sapevo…-. - Non fare lo stronzo, o ti costringerò a nuotare sott'acqua per il resto della tua vita, quelli che ti hanno buttato nel pozzo non ti daranno tregua.-. - Allora mettiamoci seduti davanti al camino e troviamo un modo per convivere… visto che non ci sono alternative.-. - Mary… puoi chiamarmi Mary, almeno quando non siamo in pubblico.-. - Io sono Nick, - rispose, tendendole la mano – puoi chiamarmi così anche quando siamo in pubblico, è il mio nome!-. - No, tu sei Guglielmo Gonzaga, al massimo posso chiamarti Willy.-. - Sembra il nome di un cane, non ti risponderò mai.-. - Non essere scemo, non è il nome la parte più importante del nostro piano.-. - Del "vostro" piano, io non conosco nulla, non so nemmeno perché sono venuto qui.-. - Se tu avessi letto il memoriale, ora sapresti almeno qualche cenno sulla nostra gloriosa famiglia.-. - Non ne ho avuto il tempo… raccontamela tu.-. - Perché non l'hai fatto durante il viaggio che ti ha portato qui?-. - Ero troppo impegnato a studiare chi ero veramente, prima che voi mi trasformaste in questo damerino d'alto borgo.-. - Cretino, quella è una storia da dimenticare!-. - Mettiamo in chiaro una cosa, posso anche accettare questa stupida parte, diventerò pure Guglielmo Gonzaga, posso persino rispondere quando mi chiamerai così, ma non voglio dimenticare quello che sono stato fino a poco più di un mese fa. Non ero un animale… una cosa qualsiasi… ero un uomo né più né meno di tanti altri, non puoi pretendere che Nick si addormenti di colpo per risvegliarsi Guglielmo Gonzaga, non è umanamente possibile.-. - Eppure lo devi fare, - insistette Mary - è l'unico modo per non farti ammazzare, e per rendere un favore al tuo Paese.-. - Me ne fotto del mio Paese, io non sono un eroe, ma un fotografo… uno che ha sempre vissuto di qualche semplice scoop, quattro foto rubate alle attricette di seconda categoria; io non inseguo la gente per ammazzarla, il mio è sempre stato poco più di un gioco!-. - Te l'ho già detto, ormai è tardi.-. - Sì, dannazione, lo so… lo so, ma lasciami almeno sfogare la mia rabbia.-. - Devi studiare attentamente la documentazione che riguarda i Gonzaga e i legami con le maggiori discendenze delle famiglie Reali, tra qualche giorno saremo invitati ad una riunione molto importante, ci saranno tutti, non possiamo permettere che ci trovino impreparati.-. I giorni passarono, come sempre, ma il tempo non lenì il suo dolore, fatto di quell'immensa rabbia che covava dentro, senza riuscire a trovare il motivo che l'aveva coinvolto in una vicenda con cui non aveva nulla in comune. A volte, quando crediamo di aver toccato il fondo, ciò che ci salva è il nostro immortale istinto di sopravvivenza. In fondo solo alla morte non c'è rimedio, e prolungarne l'attesa, anche se per poco, è sempre una vittoria. Guglielmo Gonzaga… lui dunque! Impersonare quello sconosciuto era l'unica possibilità per continuare a vivere, e lui l'avrebbe fatto, anche se conscio di impadronirsi di una vita che non era la sua. In fondo perché non accettare, perché negarsi un'altra possibilità?
Sirmione - Lago di Garda -
L'ingresso nella città vecchia era controllato da centinaia di agenti, nessuno poteva superare lo stretto ponte che permetteva l'accesso alla sottile penisola, dove l'antico castello si rifletteva sulle acque chete del porticciolo stracolmo di fotografi. - Non credevo di essere così importante!- esclamò Nick, allungando lo sguardo fuori dai vetri blindati della lussuosa auto che procedeva lentamente attraverso due ali di folla. - Tutto questo non è per noi, - gli rispose Mary, - avrai presto modo di capire a chi è riservata tutta questa accoglienza.-. - Curioso! La gente, qui fuori, sa chi sta arrivando, ed io ne vengo tenuto all'oscuro.-. - Il pubblico si infiamma sempre quando si parla di nobiltà! Noi ufficialmente non dovremmo saperlo, ma questa è la prima volta che tante teste coronate si riuniscono tutte insieme sotto lo stesso tetto.-. - Dalle stalle alle stelle… non avrei mai creduto di riuscire ad invertire la tendenza.-. - Stai attento a quello che dici, potremmo entrambi ricadere a terra in gran fretta, anzi… direttamente dal firmamento al sottosuolo.-. - Grazie per avermelo ricordato, in fondo sei un'amica.-. - Di più, molto di più… non dimenticare che sono anche tua moglie.-. - Ricordamelo questa notte, cara, ho proprio bisogno di un po' di relax.-. - Non ritornare su questa storia, ne abbiamo già parlato…-. - E allora? Cosa farai questa volta… chiederai che separino i letti, non ti sembra di dare nell'occhio?-. Mary non rispose, sapeva che non avrebbe potuto impedirgli di dormire con lei, ma non aveva nessuna intenzione di farlo. L'auto superò lentamente l'intricata cortina di sicurezza e si addentrò lentamente nei vicoli di pietra, percorrendo il borgo sino a varcare i cancelli dell'Hotel Cortina. Lì i controlli divennero asfissianti, ma per loro non insorse nessun problema, potevano raggiungere la reception, dove tutto avveniva in modo febbrile ma preciso: l'organizzazione era semplicemente perfetta. Qualche saluto, tanti sorrisi e, senza perdite di tempo, furono accompagnati in camera, dove finalmente poterono liberarsi dalla tensione, accumulata negli istanti precedenti. Quella sera, durante la cena, si poteva respirare un'atmosfera d'attesa, e gli occhi di tutti correvano su una grande tavola vuota, posta al centro della sala, inequivocabile segno che i protagonisti della festa sarebbero ancora dovuti arrivare. L'attesa andò delusa e la notte avvolse Sirmione nella sua impalpabile quiete, come volesse preservarla dagli occhi del mondo, affinché crescesse l'attenzione di tutti verso quello che sarebbe stato un evento da ricordare. Al momento di coricarsi trovarono i letti separati, - E' una abitudine delle classi sociali elevate, - spiegò Mary - il letto è fatto per riposare, per far l'amore ci sono le alcove.-. Il motore di un elicottero risuonò come un borbottio sordo sulle acque calme del Garda, ed il rumore divenne frastuono, per tornare subito ad attenuarsi in lontananza, dopo aver affidato il suo prezioso carico alle attenti mani del servizio di sicurezza, pronto ad affrontare quel momento di tensione, provato mille volte in esercitazione. Nick provò ad uscire dalla stanza, ma il corridoio era un brulicare di agenti armati che impedivano a chiunque di lasciare l'Hotel; chiunque fosse il misterioso ospite appena arrivato, di certo nessuno avrebbe potuto avvicinarlo. La cosa si ripeté più volte ed, alla fine, persino la notte si arrese a quell'invadente susseguirsi di arrivi e partenze, lasciando spazio all'aurora incantata, certo più adatta a fare da sfondo alla visione che ne seguì. L'ennesimo elicottero atterrò nel piazzale antistante il Cortina, a differenza degli altri spense il potente motore e lasciò che le pale metalliche s'arrestassero dolcemente, pendendo leggere davanti alla sua candida fusoliera. Mille occhi lo guardavano attraverso i vetri delle finestre, seguirono curiosi lo scorrere del portello, e restarono incantati di fronte a quella donna bellissima che ne scese la luccicante scaletta cromata. - E' lei!- sussurrò Mary. - Dunque io sarei morto per aver semplicemente fotografato quella donna?- esclamò Nick. - Già… chissà cosa ci faceva a San Gimignano!-. - Avrei preferito che ti fosso chiesta perché mi hanno gettato in quel maledetto pozzo.-. - Le due cose sono strettamente legate tra loro… trovata una risposta, avrai certamente anche l'altra.-. - Dimmi almeno di chi stiamo parlando.-. - Lisa Cortero de Santa Cruz, - continuò Mariella - trentadue anni portati molto bene, il suo sangue è un misto di nobiltà e ricchezza… è strettamente imparentata con le monarchie dell'intero pianeta, ed oggi è la speranza di tutte loro.-. - Spiegati meglio.-. - C'è poco da dire, sappiamo solo che c'è un interesse sempre maggiore verso la sua persona, speriamo che questa riunione ce ne spieghi il vero motivo.-. - Cosa succede? Si prepara un cambio forzato per la corona di Spagna!-. - No, la monarchia spagnola considera Lisa una figlia prediletta… c'è qualcosa sotto di molto più grande, qualcosa per cui vale la pena di uccidere.-. - Non vorrai farmi credere che tutte le tue teorie si basano sul mio incidente di San Gimignano?-. - No, non sei stato l'unico a rischiare grosso solo per esserti avvicinato a lei… consolati, agli altri è andata molto peggio.-. Cessato l'andirivieni degli arrivi, finalmente Nick riuscì ad addormentarsi, ed il sonno lo aggredì all'improvviso, colmando i suoi sensi di una quiete soffusa, tanto da rapirli in un sogno di incredibile limpidezza, dove sembrava aver ritrovato una vita felice, lontano dalle mille preoccupazioni di quel momento. Riaprì gli occhi ed era giorno pieno. Uscì e si affacciò sull'alto costone che sovrastava il lago ed incontrò ancora la sua visione. C'era Lisa sul pontile di legno tirato a lucido, una barca al largo dava il senso di quanta apprensione ci fosse intorno alla sua figura, poi altri uomini discretamente appostati lungo la riva, l'auricolare nell'orecchio, lo sguardo attento e privo di ogni indecisione. Non poté fare a meno di guardarla, tanto era bella e irraggiungibile, avvolta in un lungo scialle bianco, che ricadeva sul suo corpo con eleganza. La vide raggiungere la parte estrema del pontile ed accovacciarsi sull'ultima traversa di legno, poi lasciò che le gambe si librassero nel vuoto, sfiorando l'acqua immobile ed incantata. Chi era quella donna per essere guardata a vista con simile attenzione, qual era lo scopo di quella riunione ai vertici, dove ogni invitato valeva una nazione e solo lui si sentiva fuori ruolo? Doveva ragionare come se fosse veramente Guglielmo Gonzaga, solo così sarebbe riuscito a comprendere il senso della situazione, solo così avrebbe capito quello che stava accadendo intorno a lui. Eppure sarebbe bastato attendere qualche ora, e così avvenne quando, durante la sontuosa cena, Henry Muller prese la parola. - Chi è costui?- domandò Nick, con un fil di voce. - Rappresenta il potere economico della Germania, - rispose Mariella Gonzaga - in pratica… l'altra metà del cielo.-. - Ricchezza e nobiltà… un bel connubio davvero!-. - Siamo qui per dare una svolta alla nostra vita, - spiegava Muller, con tono solenne - ma non ci accontenteremo ancora di mendicare briciole alla tavola dei politici, troppe volte hanno chiesto il nostro appoggio per poi subito dimenticarsene, questa volta faremo da soli. Vi premetto che non ci sarà un'altra occasione, l'Europa sta compiendo l'ultimo passo per un unione politica e monetaria che rappresenta il culmine delle nostre speranze, ci resta soltanto di racchiudere in una sola personalità le due facce della stessa moneta: il valore economico e la corona. So che siete confusi da questa mia affermazione, e non voglio lasciarvi a lungo nell'incertezza… abbiamo la soluzione, funzionerà, siatene certi. Per non restare invischiati nella melma inamovibile della politica, legati alle incertezze che rappresenta un continuo cambio di alleanze, l'unica soluzione è la Corona Europea. Non un Presidente od un Governo instabili e corrotti, ma una Monarchia senza traumi né sussulti… affidabile e naturalmente eterna, senza crisi da gestire o alternanza di gestioni; sarà la fine di ogni problema. Naturalmente state pensando che non sarà possibile… io vi assicuro di sì!-. Un brusio di voci si levò dalla sala, subito sopite da Muller che, dopo un sorriso, continuò tranquillamente il suo discorso: - Due sono le questioni più importanti di tutto il progetto "chi" e "come". Per il "chi" la risposta è semplice! Chi, meglio di Lisa Cortero de Santa Cruz, può rappresentare la convergenza di tutte nobiltà europee?-. Nessuno fiatò, l'Europa stava assistendo alla designazione della sua Regina. - Pensate bene a questa affermazione, perché ora vi lascerò il tempo di riflettere e, se accetterete la sua investitura, domani, a pranzo, vi spiegherò "come" renderemo possibile la realizzazione del Regno Unito d'Europa.-. - Cazzate!- pensò Nick - Nessuno si lascerà convincere da questa idea assurda.-. Eppure Muller non aveva l'aria di chi si getta in una missione impossibile. L'Hotel era colmo di gente che pareva entusiasta di quell'annuncio e che, nonostante non fosse ancora ben chiaro l'entità delle forze in campo, aveva già deciso di accettare la proposta senza alcuna remora. Quella notte non riuscì a dormire, pensava e ripensava a quale misterioso evento lo attendesse il giorno successivo; era inutile negarlo, l'attesa era spasmodica. Il mattino successivo, si imbatté nella medesima visione di Lisa che passeggiava sul pontile, seguita a vista dai numerosi uomini della Sicurezza. Decise di tentare la fortuna, lui era fatto così, istintivo, irruente, pronto a tutto pur di appagare la sua innata curiosità. Si avvicinò alla riva e con aria distratta imboccò il sentiero che conduceva al lago, subito notato dagli occhi attenti delle guardie del corpo della donna. Non si curò del loro nervosismo, non badò alle mani che accarezzavano il calcio lucido delle armi, e continuò a camminare, finché un uomo gli si fece incontro. - Le consiglio di tornare indietro, - disse, con malcelata diffidenza - quest'area è riservata alla Signora.-. Nick quasi non lo ascoltò neppure, il suo sguardo correva sul viso stupendo della donna che, attirata dal movimento, cercava di capire cosa stesse succedendo. - Sto parlando a te, stronzo!- continuò quello che pareva il capo degli agenti - Se fai un altro passo, ti faccio saltare il cervello!-. Nick reagì di forza, fu un'azione rapida e potente, assolutamente imprevedibile perché non era stata preceduta da nulla che potesse lasciarne presagire un simile evento. Bastò quell'urto scomposto, unito all'impeto furioso e irrefrenabile, l'uomo cadde all'indietro e finì per crollare giù dal pontile, per ritrovarsi nelle acque limacciose della riva, dibattendosi come un forsennato. Si guardò intorno, ora si aspettava la reazione degli altri, ma si accorse che tutti avevano interrotto la loro corsa, ed stavano ritornando alle postazioni iniziali. Guardò verso Lisa, giusto in tempo per notare la sua mano alzata che, lentamente, tornava a stringere lo scialle, sorridendo verso di lui. Camminò verso la donna e si arrestò soltanto quando fu di fronte a lei. - mi spiace per il trambusto, - sussurrò - ma non sopporto che mi si tratti come un delinquente solo perché volevo conoscerla di persona.-. - Credo che si sia fatto un nemico, Hans non le perdonerà mai questo sgarbo, nessuno non l'ha mai battuto a quel modo.-. - Dovrà farsene una ragione, in ogni cosa c'è sempre una prima volta.-. - Bene, ora mi ha conosciuto, cosa posso fare per lei.-. - Intanto mi presento… sono Guglielmo Gonzaga…-. - Conosco perfettamente l'identità di tutti gli ospiti, - lo interruppe Lisa - ed anche buona parte della storia del loro casato, non avrà pensato di cogliermi di sorpresa? Se non avessi saputo chi mi sarei trovata davanti, lei ora non sarebbe qui.-. - Allora meglio così… odio le presentazioni.-. - Non sarà venuto da me solo per questo?-. - No, volevo vedere da vicino com'è fatta la futura Regina d'Europa.-. - Non corra troppo… c'è ancora molta strada da fare.-. - A parte questo, ero incuriosito dalla sua personalità, mi sono sempre chiesto quanto la bellezza condizionasse il carattere di una donna…-. - Adesso sta correndo troppo, Mister Gonzaga, ed il suo complimento potrebbe essere scambiato per sfacciataggine.-. - Non vorrei essere frainteso, - rispose Nick - essere affascinato da lei può essere considerato solo un terribile castigo…-. - Voi Italiani siete incredibili, non avete proprio il senso del proibito; nessuno degli altri ospiti si sarebbe mai sognato di spingersi così oltre!-. - Io non mi chiedo mai quali saranno le conseguenze.-. - Si, ci credo, visto il suo scontro con Hans… ma non tutto ha un lieto fine.-. - Come posso chiamarla?-. - … Lisa!-. - Non sarà arrabbiata con me?-. - No… sono solo sorpresa dal suo coraggio, ma non vorrei si trattasse esclusivamente di spavalderia.-. - Il suo invece è un timore infondato, in fondo le ho solo detto che mi piace.-. - … e le sembra poco?-. - Sarà meglio, allora, che non aggiunga il resto.-. - Adesso sta diventando ragionevole, ma mi ascolti, questo è un gioco pericoloso… troppo, perché io glielo conceda, non sempre il rischio paga.-. - Senta Lisa, nessuno può impedirmi di dire ad una donna quello che penso di lei; se tacessi, sarebbe come essere prigioniero, ed io sono certo di essere un uomo libero.-. - E Mariella, sua moglie condivide questo suo modo di vivere?-. - E lei invece, cosa farebbe se fossimo lontano da qui, nascosti agli occhi del Mondo?-. - Non confonda i suoi sogni con la mia realtà, io ho accettato di percorrere una strada che mi porterà inesorabilmente a ricoprire ruoli in cui le parole vanno soppesate una ad una, e non potrei permettermi di sbagliare nemmeno se lo volessi.-. - Ma lo vuole?-. - Come?-. - Dicevo, lei vorrebbe sbagliare?-. Lisa mutò l'espressione sicura del suo viso, tentennò forse, poi riprese il controllo di se stessa, e porgendogli la mano, tornò a sorridere. - Adesso vada… - sospirò - gli uomini della Sicurezza si stanno preoccupando.-. Nick gliela strinse, poi si voltò e percorse qualche passo, prima di voltarsi ed aggiungere:- Si… sono sicuro che lei vorrebbe trovare il coraggio di sbagliare…-. - Smettila, stupido!- rispose la donna, concedendogli la sensazione che fosse la risposta affermativa alla sua invadente illazione. Si incamminò sul pontile e raggiunse la riva dove Hans lo attendeva con un espressione feroce. - Quello che ha fatto ti costerà caro…- ringhiò. - Cuccia! Stai buono o ti faccio mettere la museruola.- rispose Nick, calpestandogli un piede. La tensione si avvertiva nell'aria, come nell'attimo che precede una catastrofe, ma la quiete ebbe il sopravvento, anche se la resa dei conti sembrava solo rimandata. Quando rientrò all'Hotel, Mariella lo affrontò con energia, domandandogli perché mai avesse voluto attirare l'attenzione su di sé in quel modo. - Vedi… sei come tutti gli altri, avete paura della vostra ombra,- rispose lui - ricorda che il modo migliore di nascondersi è quello di mettersi in mostra; dovresti essere tu ad insegnarmelo!.-. La discussione ebbe subito termine, in fondo aveva fatto ciò che nessun infiltrato si sarebbe mai sognato di fare, e questo lo metteva al sicuro da ogni ragionevole dubbio, dandogli nel frattempo il vantaggio di giocare un ruolo di primo piano. Durante il pranzo l'atmosfera divenne euforica, e dopo un'interminabile serie di discorsi di circostanza, Muller si decise a rivelare i punti di forza su cui si basavano le sue teorie di vittoria. - C'è un solo modo per ottenere quello che ci siamo prefissi, e non commetteremo certo l'errore di imporre le nostre decisioni. Dobbiamo lasciare che sia la stampa a tirarci in gioco, sappiamo che è sufficiente sfuggire alle domande perché si inneschi una spirale interminabile di curiosità; dobbiamo lasciar credere che il nostro sia un segreto e loro si tufferanno come lupi affamati sulla nostra storia. So quello che state pensando, tutto questo vi sembra troppo poco, ed infatti l'esca è un'altra e ci aspetta nel parco. Si tratta di un'auto rivoluzionaria, un progetto avveniristico che commercializzeremo con il marchio "Master FX". Non è la solita automobile che ricalca centinaia di modelli già visti, questo è il frutto di tecnologia allo stato puro. Per prima cosa vi illustro le parti meccaniche di cui non dispose: nessun cambio, nessun differenziale, nessun giunto meccanico usato per la trazione, nessun movimento che non sia rotatorio… per cui nessuna vibrazione e niente attrito. Vi sembra impossibile? No, se l'auto è spinta da quattro motori elettrici situati all'interno delle ruote e sostituibili con la semplicità del cambio di un pneumatico. L'energia elettrica fluisce silenziosamente sino ad essi attraverso cavi di rame, niente di più semplice e pratico, tanto da chiedersi perché tutte le case costruttrici si siano ostinate a trasferire la forza del moto in modo strettamente meccanico. Dunque, quattro ruote e quattro motori indipendenti, che permettono una trazione integrale senza bisogno di ripartitori di coppia, ingranaggi e quanto altro serve solo a consumare potenza inutilmente.-. La platea ascoltava in religioso silenzio, probabilmente erano in pochi quelli che potevano capire il senso di quelle avveniristiche spiegazioni, ma molti erano consci dell'importanza di quel momento. - E non è finita,- continuò Muller, sempre più euforico - la parte più interessante deve ancora avvenire e, come avrete già intuito, si tratta proprio del suo propulsore. Abbiamo parlato di motori elettrici e se ne deduce che la fonte di energia sia un generatore che permetta il loro funzionamento, mettendo a disposizione semplicemente dell'elettricità. Semplice, direste voi, prendiamo un motore a benzina e facciamogli spingere questo generatore. Non è così che si fa della tecnologia avveniristica, sulla Master non c'è un motore a scoppio perché non ci serve. Il cuore del sistema è un potente "generatore" elettrico che produce energia con un sistema chimico chiamato FX.-. Un brusio si levò dalla sala, ora tutti si stavano rendendo conto che stavano assistendo alla nascita di qualcosa che avrebbe cambiato radicalmente il concetto di automobile. - E se non avete ancora compreso l'entità di questo avvenimento, aggiungo che questo " generatore" ha un'autonomia di funzionamento di circa mille ore ed è costituito da un cilindro di ceramica lungo tre metri, del diametro di diciotto centimetri.-. Un applauso inondò il salone e gli ospiti vennero invitati ad uscire all'aperto per toccare con mano ciò che la mente non era ancora riuscita a focalizzare completamente. Luccicava al centro del parco, sembrava un miraggio, ed il cielo terso si specchiava nelle sue linee aggraziate, arricchendo l'elegante profilo di riflessi cristallini, sino a confondersi nel blu metallico che colorava quella incantevole visione. Era una piccola monovolume, non arrivava ai quattro metri, ma lo spazio interno era incredibilmente ampio, ed il motivo era chiaro. Il pianale era piatto, grazie all'assenza di ogni parte meccanica ingombrante, solo una lunga nicchia che accoglieva il sottile cilindro dell'FX, poi null'altro, il classico vano motore era adibito a bagagliaio. C'era una sola parola sulla bocca della gente: incredibile! - Dimenticavo di parlarvi di un'altra interessante particolarità,- esclamò Muller, attirando di nuovo l'attenzione - la frenata non è ottenuta in modo tradizionale, con dischi e piastre di contatto strette tra le ganasce, ma bensì sfruttando la spinta contraria dei motori, a cui viene fornita una corrente inversa adeguata; naturalmente questo sistema non è soggetto ad usura e provoca un rallentamento molto dolce e silenzioso.-. Era sbalorditivo, un'idea che aveva travolto in un attimo gli schemi tradizionale che si era susseguiti negli anni, ma l'impatto non era paragonabile ad una normale evoluzione del pianeta auto, bensì pareva un micidiale scossone, assestato senza paura di stravolgere l'intera sistema, e le conseguenze sarebbero state tremende. Come avrebbero reagito le potenti case costruttrici della vecchia Europa? Avrebbero scatenato una guerra senza esclusione di colpi, oppure si sarebbero accordate per una strategia comune? Nessuna di esse avrebbe potuto reggere la competizione, quella tecnologia era fuori da ogni portata, niente e nessuno era preparato a tanto. - So di avervi stupito,- asserì Muller - ma vorrei che fosse chiaro il nostro progetto commerciale. Non vogliamo sconvolgere il mercato… cadrebbero troppe vittime… e non possiamo permetterci di perdere preziosi alleati. Inoltre non avremmo la forza produttiva di reggere l'impatto con milioni di richieste… no, collaboreremo con le maggiori case automobilistiche, fornendo loro proprio la parte più importante della Master FX: il motore!-. Sembrava assurdo, ma riflettendo con calma, quell'incredibile offerta non lasciava dubbi sull'entità delle forze, che sarebbe riuscita a conglobare in un progetto dalle possibilità infinite. - Credete che i nostri partner rifiuteranno l'offerta? La risposta è no! Ma non pagheranno il nostro rivoluzionario FX esclusivamente con moneta sonante, quello che vogliamo non è il denaro, ma il potere. Desideriamo creare la sicurezza che permetta ad ogni imprenditore di avere regole chiare ed immutabili nel tempo… insomma, stabilità, tranquillità economica, un unico interlocutore. La parola che sto pronunciando ha un sapore antico e fuori dal tempo, riproporla alle soglie del duemila è accettabile soltanto se si è sicuri di camminare insieme verso la vittoria. Questa parola è Monarchia, e la donna che ne porterà la corona è Lisa Cortero de Santa Cruz.-. Il discorso, seppure nella sua assurda estrosità, non lasciava dubbi; tecnologia, denaro e tranquillità economica in cambio di potere. Un baratto a cui difficilmente gli imprenditori europei, tartassati dalle classi politiche sempre più costose, avrebbero saputo rinunciare. Il vantaggio era indiscusso, quell'insieme di forze avrebbe portato il vecchio continente a primeggiare su ogni mercato, ma occorreva valutare i rischi di un simile evento. Se quel generatore rivoluzionario non necessitava dei sottoprodotti del petrolio, quale sarebbe stata la reazione di quelle Nazioni che reggevano la loro economia esclusivamente sull'oro nero? E come avrebbero reagito gli Stati Uniti ed i potenti costruttori asiatici ed una simile eventualità? Ce n'era a sufficienza per pensare ad uno sconvolgimento degli attuali equilibri, ma nell'eccitazione generale, Nick si poneva un inquietante quesito:- Com'è possibile che, d'un tratto, appaia sulla scena questo fantomatico Muller e, come un prestigiatore venuto dal futuro, trae dal suo cilindro un avveniristico generatore che produce energia elettrica da una misteriosa reazione chimica?.-. I motori alloggiati nei mozzi delle ruote, l'assenza di organi meccanici di trazione e tutto il resto, non avrebbero avuto senso senza quel candido cilindro di ceramica; l'FX era l'unica vera novità di tutto il progetto. Senza di esso l'auto non si sarebbe mossa di un millimetro, la sua linea elegante avrebbe avuto un ruolo statico, come uno dei tanti studi futuristici che si erano susseguiti nel tempo, giusto per dare un po' di colore alle esposizioni motoristiche mondiali. Si stava già chiedendo se si trattasse di un bluff, quando Muller lo prese alla sprovvista, confidandogli che la Master parcheggiata nel parco dell'Hotel Cortina, era destinata a lui. Dunque era l'Italia il banco di prova, ed i Gonzaga avrebbero gestito l'affare per l'intero paese, concessionari esclusivi di un sogno, destinati a trattare con uno dei più grosso produttori di automobili d'Europa: la Fiat. Nick ascoltava quell'uomo in silenzio, lo guardava negli occhi, ma non sentiva una parola. Con la mente era già lontano nel tempo, oltre l'immaginabile e l'immaginario, impreparato a quella soluzione straordinaria, eppure cosciente dell'entità reale di ogni prospettiva. I giorni successivi li passò nelle interminabili sedute commerciali, immerso negli estenuanti riunioni di strategia collettiva, ma una sola cosa gli fu subito chiara: aveva nelle mani un pezzo di storia e poteva gestirla personalmente. Quando lasciò il Cortina, camminò deciso verso la sua Master, seguito da Mariella che appariva confusa, forse nemmeno lei si aspettava tanto ed ora si stava chiedendo quanto era pericoloso assecondare quel gioco. Girò le chiavi nel cruscotto ed un sibilo, appena percettibile, diede un senso alle numerose indicazioni luminose poi, premuto dolcemente l'acceleratore, l'auto si mise in movimento, senza produrre il benché minimo rumore. Percorse le antiche vie del borgo, sino a raggiungere il ponte che l'avrebbe immesso nella città nuova, dove decine di fotografi lo attendevano al varco, inondando la scena coi lampi accecanti dei flash. Due auto della Polizia gli aprirono un varco e Nick si liberò da quell'abbraccio di folla, pensando che avrebbe potuto essere dalla parte opposta della barricata, in fondo non era altro che uno di loro. Fuggì nel traffico caotico, aiutato dal suono truce delle sirene poi, lasciato Sirmione, imboccò l'autostrada e lì poté sfogare la sua voglia di correre, spingendo la Master sino alla sua massima accelerazione. La partenza era inizialmente lenta, ma immediatamente si avvertiva la sua bruciante ripresa, e la velocità aumentava in modo impressionante, sino a raggiungere i centocinquanta chilometri l'ora. Le prestazioni erano quelle di una berlina di lusso, con un motore di discreta potenza, ma ciò che impressionava era l'assoluto silenzio e l'assenza di ogni benché minima vibrazione. In un tratto di rettilineo, spinse a fondo sull'acceleratore fino a raggiungere i centottanta, poi lo rilasciò di colpo ed avvertì una brusca decelerazione. Era la forza della tensione inversa che rallentava i motori, mantenendoli alla giusta trazione, per impedire che l'auto scorresse senza controllo, in assenza di un minimo di freno motore. Provò a frenare, per saggiarne le capacità, e restò stupito dalla dolcezza e precisione di quel sistema innovativo, tanto da conquistare immediatamente la sua fiducia. Era tutto eccezionale, perfetto! - Troppo perfetto,- disse Nick - per essere vero.-. - Cosa vuoi dire?- domandò Mary, preoccupata dai suoi esperimenti di guida. - Voglio dire che tutto questo ha dell'incredibile, possibile che non ti sei ancora chiesta come sono arrivati a tanto.-. - Sono anni che ci lavorano, hanno messo insieme i migliori cervelli europei, non vedo cosa ci sia di strano.-. - Già, secondo te basta mettere quattro scienziati in una stanza per inventare la macchina che trasforma il ferro in oro, quella su cui siamo seduti non è solo un'automobile.-. - Lo so, capisco la tua eccitazione, ma ciò che preoccupa tutti i Governi è la storia della Monarchia d'Europa.-. - Siete come gli stupidi, uno vi mostra la luna e voi guardate il dito… è questa maledetta auto il problema, non Lisa Cortero de Santa Cruz.-. - Abbiamo problemi diversi… evidentemente, anche se l'affascinante Lisa non è passata inosservata ai tuoi occhi.-. - Tra le due non saprei chi scegliere, sanno entrambe come attirare la mia curiosità.-. - Già, e tutte e due ti mettono un certo prurito tra le gambe; come fate presto, voi maschi, a lasciarvi incantare da una donna!-. - Siamo sempre disposti a tutto… purché ne valga la pena.-. - Non dimenticare che, ufficialmente, sei mio marito, non vorrai farmi fare la figura della scema.-. - E tu non dimenticare che i mariti vanno assecondati, altrimenti è facile che vanno in cerca di altre donne, è una questione di… " sentimento".-. - Quella è una parola di cui non conoscete nemmeno il significato, per voi c'è solo il sesso…-. - La passione… ti sei dimenticata della passione?-. - Comunque lasciamo perdere questo discorso, sai benissimo quali sono i limiti del nostro "matrimonio".-. - Allora di' ai tuoi capi che mi procurino una donna, io non resisto a lungo senza "fare l'amore".-. - Strano… mi sarei aspettata un altro vocabolo, molto più consono al tuo stile di vita.-. - Perché non ti piaccio? Almeno questo potresti spiegarmelo…-. - Non mi piaci e basta, dobbiamo lavorare insieme, non scopare!-. - Signora Mariella Gonzaga, che vergogna! Non sono vocaboli in uso ad una nobile signora.-. - Smettila,- gridò la donna - non sono qui per essere giudicata da te.-. - Già, perché ti hanno gettata in questa missione senza speranza, a chi hai pestato i piedi?-. - … ho scelto io di partecipare…-. - Allora la storia è diversa, il tuo problema è dimostrare quanto sei brava, vero?-. - No, voglio solo esprimere le mie capacità, senza l'aiuto di nessuno.-. - Dunque, vediamo se indovino,- continuò Nick, incuriosito - sei stanca di vivere all'ombra di qualcuno?-. - Incredibile, sai essere veramente stronzo…-. - Però è la verità, devi sapere che, difficilmente, sbaglio un giudizio.-. - Be! Questa volta lo hai fatto, ma non devi dispiacerti; potrebbe essere l'eccezione che conferma la regola.-. - Non mi hai ancora spiegato perché non sei entusiasta di avermi al tuo fianco.-. - Perché sei un principiante, un cafone, ed anche la persona meno adatta a questo tipo di lavoro. Non puoi fare a meno di metterti in mostra, nell'ombra non resisti, e così facendo metti entrambi in pericolo.-. - E a parte questo?-. - Sei egocentrico, egoista e il tuo show sul pontile è solo servito a mettermi in imbarazzo, tutti si saranno chiesti qual era il tuo vero interesse per Lisa.-. - Cazzate, ti infastidisce solo l'eventualità che io possa rubarti la scena, non vorrai farmi credere di essere gelosa?-. - Questa è comicità allo stato puro! Possibile che non ti sei reso conto della figuraccia che mi hai fatto fare. Secondo te è normale che un uomo di un certo ceto sociale, in vacanza con la moglie, si metta a corteggiare spudoratamente la prima donna che incontra.-. - Hai detto ben tre stupidaggini in meno di dieci parole; primo non sei mia moglie, secondo io sono solo un fotografo e terzo… Lisa Cortero de Santa Cruz non è una delle tante donne che si incontrano, ma bensì una delle più affascinanti che io abbia mai avuto la fortuna di vedere!-. - Non è una ragazza come quelle che hai frequentato finora, non hai nemmeno la più piccola possibilità di riuscire ad avvicinarti a lei un'altra volta; non puoi neppure corteggiarla… non dimenticare quello che ti è successo solo per aver chiesto sue notizie a San Gimignano.-. - Male che vada mi getteranno di nuovo in un pozzo, per lei potrebbe valerne la pena.-. - Aveva ragione Marchetti, sei troppo scemo per questa missione!-. - Perché non ci ha messo uno dei suoi fidati agenti dei Servizi, allora, cosa l'ha convinto che questa parte sia tagliata apposta per me?-. - Questo dovresti chiederlo a lui, non sono io quella che prende certe decisioni…-. - Già, tu esegui e basta, non sollevi obiezioni; cosa sei, un automa?-. - Aspetta a sputare sentenze che potrebbero rivelarsi azzardate, non dimenticare che lavoriamo insieme e potrei anche non accorgermi delle tue urla quando, prima o poi, qualcuno cercherà di toglierti di mezzo.-. - Se ti può essere d'aiuto, sappi che non ho mai fatto affidamento su di te. Non hai l'aria di chi è in grado di proteggere qualcuno, anzi, sembri una novellina buttata nella mischia giusto per toglierti di mezzo.-. Mary tacque, come se avesse accusato il colpo poi, dopo un attimo di riflessione, si rivolse a lui mostrando di condividere quella affermazione. - E se così fosse?- domandò - Non credi che le nostre sorti siano egualmente segnate?-. - Vuoi dire che ci stanno usando per una missione senza possibilità d'uscita?-. - Voglio dire che potremmo essere sacrificati entrambi per una causa già persa… oppure siamo solamente un diversivo, su cui scatenare la rabbia dei potenti e distogliere l'attenzione da qualcuno più professionale di noi.-. - Questa è bella,- esclamò Nick - mi hanno tolto da un pozzo per gettarmi di nuovo tra le braccia dei miei carnefici, con un'altra faccia ed un'altra identità, ma uno scopo comune: farmi diventare il primo uomo ammazzato due volte dagli stessi Killer!-. - Forse non è così, ma qualcosa non mi è chiaro; non credo che nessuno si aspettasse una simile evoluzione dei fatti.-. - Vuoi dire che potrebbero non aver previsto che Muller ci affidasse l'incarico di rappresentare la Master FX per tutto il territorio italiano?-. - Ne sono certa, questa eventualità non è mai stata valutata durante le riunioni… e questo cambia parecchio le forze in campo.-. - Fammi capire! Non è un caso che hai concordato con la mia teoria dei due principianti da buttare nella mischia.-. - … dove vuoi arrivare?-. - Se nel mio caso non ci trovo nulla di strano, un fotografo in più o in meno non fa una grande differenza, per quanto riguarda te, ci dev'essere una spiegazione logica, insomma, ci deve essere un motivo per cui qualcuno ha deciso di buttarti in questo casino.-. - Non riesco ad immaginare quale…-. - Senti, io non sono così deficiente come credi; i casi sono due, o tu sei d’accordo con loro e l'unico a rischio sono io, oppure siamo entrambi carne da macello.-. Mary non ebbe la forza di rispondere, lui la incalzò con veemenza finché si lasciò scappare un'affermazione apparentemente innocua: - Piero non lo permetterebbe!-. - Chi è Piero?- domandò Nick. - L'Ispettore Marchetti!-. - "Piero non lo permetterebbe", quanta confidenza verso colui che ci ha affidato questo incarico!-. - Ci conosciamo da tempo…- sussurrò la donna. - Non è il "tempo", quello che conta, ma il "modo" in cui vi conoscete!-. - Lo so dove vuoi arrivare… ma ti assicuro che non è quello il problema…-. - Lascialo decidere a me, invece, e spiegami cosa c'è stato tra voi.-. - Ci frequentiamo…-. - Vi frequentate… cioè state tuttora insieme, allora è più semplice dedurre che sono solo io il coglione da sacrificare, tu sei la cocca del capo, non corri rischi.-. - Può darsi, ma non ne sono più così sicura.-. - Se vogliamo uscirne vivi, ti consiglio di raccontarmi cosa c'è sotto… altrimenti dovrai arrangiarti da sola.-. - Cosa puoi fare tu per me? Non capisci che, se qualcuno dei Servizi gioca sporco, siamo già "soli" contro tutti.-. - Pensaci! - disse Nick, premendo con forza sull'acceleratore elettronico della Master. L'auto emise un impercettibile sibilo e scivolò leggera sull'asfalto, accelerando prontamente sino a raggiungere la velocità massima ottenibile. Era perfetta! Un concentrato di tecnica e potenza che, unita all'eleganza delle sue rifiniture, la poneva al vertice della categoria, rendendola di fatto un'automobile in grado di essere al centro dell'interesse mondiale del mercato.
Pienza - Toscana -
La Master si fermò nel cortile dell'abitazione, Nick ne scese entusiasta e girò attorno ad essa, accarezzandone il profilo lucido e tondo, in netto contrasto con il disegno sobrio e antico delle arcate di cotto, su cui i gelsomini si aggrappavano in una corsa verso la luce. L'interesse della servitù per quella strana auto era fatta di furtive occhiate a distanza; nessuno osava avvicinarsi, nessuno si azzardava a chiedere informazioni, e i gesti sembravano quelli di sempre, scontati, ossequiosi, anche se la curiosità era perfettamente tangibile. La casa di Pienza era un'isola di quiete, protetta dalle antiche mura del centro storico, dove nemmeno i turisti potevano addentrarsi nello stretto vicolo che conduceva al suo solenne portale, unica via di accesso al grande cortile circondato dalle imponenti colonne di pietra chiara, in netto contrasto con il rosso caldo dei mattoni della facciata. Il giorno successivo, Nick fu svegliato da un susseguirsi ininterrotto di passi svelti, sintomo di un andirivieni di persone, giunte ad analizzare la Master FX. Scendendo per la colazione, si imbatté nell'Ispettore Marchetti che lo informò di una riunione da tenersi nel pomeriggio, in biblioteca. C'era tensione nell'aria, il nervosismo era palpabile, e tutti si accalcavano attorno all'auto, indaffarati a dividersi i diversi compiti, parti integranti di un'unica ricerca che si prefiggeva un'analisi completa di quel concentrato di tecnologia. Dopo pranzo, gli investigatori e i tecnici raggiunsero disordinatamente la biblioteca, portando gli appunti che riassumevano il frutto del loro lavoro. Fu Marchetti a prendere la parola e, dopo qualche inutile presentazione, pregò l'Ingegner Gondrand di spiegare l'esito del controllo effettuato sulla Master. - Ci troviamo di fronte ad un miracolo tecnologico,- disse - ma vorrei che venisse diviso in due parti distinte. Da un lato dobbiamo considerare l'auto ed il sistema di trasmissione che le permette di muoversi, e dall'altro il generatore di energia. Per la prima parte, potremmo riassumere il nostro studio con poche parole: "potevamo farlo anche noi"!-. - E perché non l'avete fatto?- chiese Nick, destando un brusio di disappunto. - Semplicemente perché non disponiamo della stessa fonte di energia! A cosa servono dei motori elettrici di eccezionale fattura senza l'energia che li spinge?-. - Questo significa che hanno realizzato per primo il motore!- commentò uno dei tecnici. - Esatto, ed è questo il miracolo di cui vi parlavo. L'FX è qualcosa di molto speciale, lo si capisce senza nemmeno aprirlo, premetto che non sapremmo nemmeno da che parte iniziare, e la cosa più strabiliante è il materiale con cui è costruito. Non siamo ancora giunti ad una conclusione certa, ma si tratta sicuramente di una lega innovativa, con caratteristiche simili alla ceramica, fusa in un unico blocco e praticamente priva di ogni apertura. Insomma, quello che c'è all'interno può esservi stato inserito solo attraverso fori microscopici, situati nei conduttori metallici posti alle estremità del cilindro.-. - Avete almeno un'ipotesi di come possa funzionare?- domandò l'Ispettore. - Non credo che nessuno di noi voglia azzardare un'idea senza ulteriori analisi…-. - Lo faccia ugualmente… anche se fosse la cosa più assurda che le viene in mente.-. - Allo stato dei fatti, la scienza non è in grado di produrre energia in simile quantità utilizzando un processo chimico capace di rigenerarsi per lunghi periodi, e anche se lo fosse, non riuscirebbe a contenerlo in un cilindro di quelle proporzioni.-. - E allora?-. - E allora è come se io chiedessi ai Servizi Segreti di una nazione di nascondere tutte le nostre armi in una sola cassaforte… so che è assurdo, ma le proporzioni sono queste!-. - Non l'abbiamo fatta venire sin qui per una vacanza, Ingegner Gondrand; come può Muller, un ignoto imprenditore sbucato dal nulla, disporre di questa tecnologia?-. - Le faccio un esempio…-. - No,- lo interruppe Marchetti - invece dell'esempio mi elenchi alcune ipotesi su cui lavorare.-. - Lo potrò fare solo dopo avere studiato i test del carburante chimico.-. - Di quale carburante sta parlando?-. - C'erano tracce cristallizzate di un liquido in prossimità di uno dei conduttori, potrebbe essere quello il punto di partenza per effettuare delle ipotesi credibili.-. - Non mi importa che siano credibili… per ora mi accontenterei anche di quelle assurde.-. - Potrebbero aver "attinto" informazioni riservate dai laboratori di una nazione all'avanguardia, oppure hanno "trovato" il bandolo della matassa nei meandri dei numerosi esperimenti compiuti da scienziati indipendenti; ci sono molte teste intelligenti anche tra i non allineati.-. - Era questo che volevo sentire, per ora. Metterò degli agenti a frugare nel passato di Muller, controlleremo tutti i suoi contatti. Voglio capire con chi ha lavorato finora, non posso credere che sia stato così fortunato da ritrovarsi tra le mani una scoperta di tale entità.-. Ben presto la riunione si sciolse, l'Ispettore si avvicinò a Nick e, con fare sprezzante, gli intimò di star lontano da Mary. - Allora procurami un'amante, non sono abituato ad andare in bianco… avendo a disposizione persino una moglie!-. - Non ci provare,- ringhiò Marchetti - se la tocchi con un dito ti rimetto in quel pozzo e ti lascio marcire in mezzo ai topi.-. - Non puoi farlo, sono il rappresentante di Muller per l'Italia, butteresti a monte tutta l'operazione.-. - Allora farò in modo che lo faccia lui… così non avrò rimorsi.-. - Non andrà così, ne sono certo, uno stronzo come te non può prendere decisioni di tale portata, sei un pesce piccolo, Ispettore, gli squali ti mangerebbero in un sol boccone!-. Marchetti se ne andò puntandogli il dito contro, come fosse la canna di una pistola, come avesse già deciso di sbarazzarsi di lui.
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