Abel Wakaam
Charlotte
1° Charlotte, il profumo dell'oblio.
Il pareo ondeggiava al vento, candido, trasparente, etereo. Scivolava sulla pelle come una carezza, a volte innocente, a volte audace. E nel suo fresco abbraccio ondeggiava Charlotte. La sua figura sensuale appariva a tratti tra i cespugli di mirto in fiore. A volte riuscivo a scorgere solo i capelli chiari, annodati nella lunga treccia, adornata da un nastro rosso.

Quando voltò il capo nella mia direzione, pensai di essere stato tradito dal riflesso delle lenti di quel maledetto cannocchiale, acquistato per due soldi e sfuocato al punto da far sembrare un fantasma persino la signora più chiacchierata del momento. In quei giorni il paese era diviso tra innocentisti e colpevolisti, nessuno si chiamava fuori dall'emettere il proprio verdetto, e naturalmente tutti erano depositari della verità assoluta.

Per me era diverso, fino a qualche ora prima non sapevo nemmeno chi fossero i Kennet, ma ora la curiosità non mi dava pace, ed il fascino di quella donna mi aveva totalmente ammaliato. - Certi ricchi sono strani... - mi aveva spiegato la signora Aretha, consegnandomi le chiavi della villa - non si accontentano dei soldi, puntano al potere!

- Denaro e potere sono una sola cosa, - avevo sorriso - vivono nella stessa casa anche se in stanze separate.

- E poi, non sazi, pensano alle schifezze...

In quella semplice frase erano condensate tutte le dicerie della gente, quel detto e non detto che stuzzicava il mio interesse per l'intera vicenda, fino ad arrivare al punto di spiare la mia sensuale vicina.

Riuscivo a controllare la proprietà dei Kennet soltanto da un punto esposto della scarpata, una specie di balcone di roccia che sporgeva dalla boscaglia. Dovevo strisciare tra i rovi per non farmi scoprire e poi restare sdraiato scomodamente tra i sassi... ma ne valeva la pena. Da lì riuscivo ad infiltrare lo sguardo fin dentro le finestre della villa ed aspettavo di cogliere l'attimo fuggente in cui la signora, sicura di non essere vista, si sarebbe lasciata andare a qualche libertà proibita.

E invece no, Charlotte si aggirava nei pressi della piscina con un libro in mano, ne leggeva qualche pagina e poi si rintanava tra gli alberi, dove io non riuscivo a vederla. Ben diversa era l'attività dei Kennet al tramonto, quando il patio si arricchiva di luci e colori, di fiori e di ogni ben di dio, in attesa dell'immancabile festa.

Davanti al cancello d'ingresso erano assiepati i fotografi, pronti ad immortalare gli ospiti in arrivo, chissà cosa avrebbero pagato per disporre del mio punto di avvistamento sulla villa, un privilegio per pochi eletti. Fu ad uno di loro che proposi l'affare. All'inizio Marcel credeva che scherzassi, ma appena si rese conto della grande opportunità che gli stavo offrendo, non si lasciò scappare l'occasione.

- In cambio voglio informazioni di prima mano, - lo affrontai - qualcosa che vada oltre le dicerie della gente.

- Tutto quello che vuoi, - rispose il fotografo - sono due anni che le sto alle calcagna!

- Allora comincia dall'inizio, - lo incalzai, conducendolo verso il picco roccioso - io, purtroppo, non so nulla dei Kennet e dei vizi della signora.

Marcel sorrise, accarezzando l'obbiettivo della sua Nikon: - Charlotte è sempre scampata miracolosamente al gossip, - spiegò - su di lei si sono sempre fatte illazioni di ogni genere senza avere il conforto dei fatti... finché fu beccata dalla Polizia messicana all'aeroporto di Cancun insieme a Estrella Sainz.

- Una vacanza tra donne?

- Apparentemente si, e fin qui niente di trascendentale, ma le due belle donne in abiti succinti attirarono l'attenzione dei poliziotti che decisero di fermarle per un controllo. Estrella è molto conosciuta in America latina, come modella, ma anche per i suoi stravaganti gusti sessuali. Pur di ottenere qualche autografo, finsero di controllare il bagaglio a mano e ciò che ne uscì lasciò tutti senza fiato.

- Droga? - domandai incuriosito dalla sua espressione infingarda.

- No... - rise - in entrambe le borse c'erano "oggetti personali di uso sessuale". Questa è l'esatta traduzione degli articoli che ne seguirono. La Polizia ci sarebbe sicuramente passata sopra, ma la reazione delle due donne fu assolutamente spropositata, tanto da richiamare l'attenzione della gente, nonché di un mio collega messicano che immortalò parte della scena. I giornali scandalistici pubblicarono la fotografia in copertina, i titoli furono tutti per Estrella perché di Charlotte nessuno sapeva niente, fu bollata semplicemente come amante della Sainz e di lei si persero le tracce.
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